L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’approfondita istruttoria nei confronti di Meta AI, la soluzione di intelligenza artificiale recentemente integrata su WhatsApp. Questa iniziativa nasce dalla crescente preoccupazione che l’assistente virtuale sviluppato da Meta Platforms e Facebook Italy possa alterare in modo significativo gli equilibri del mercato, favorendo la società di Mark Zuckerberg a discapito della concorrenza e della libertà di scelta degli utenti.
Il caso si inserisce in un contesto europeo sempre più attento al tema della posizione dominante delle big tech, in particolare nel settore delle piattaforme digitali e dei servizi basati su IA.
L’indagine
L’indagine dell’Antitrust si concentra sulla modalità di implementazione automatica di Meta AI all’interno di WhatsApp, una delle app di messaggistica più diffuse al mondo, con oltre due miliardi di utenti.
Secondo quanto emerso, la preinstallazione dell’assistente virtuale e la sua posizione di rilievo all’interno dell’applicazione potrebbero generare un meccanismo che, pur favorendo la crescita di Meta, rischia di compromettere seriamente la pluralità di soluzioni nel promettente mercato dell’assistenza virtuale basata su intelligenza artificiale.
L’ipotesi è che, rendendo l’accesso a Meta AI estremamente semplice e immediato per tutti gli utenti di WhatsApp, la società possa sfruttare la propria ampia base di utenti per consolidare ulteriormente la propria posizione dominante e rendere sempre più difficile l’emergere di alternative realmente competitive.
A supporto di questa tesi, l’Antitrust sottolinea come la raccolta dati rappresenti un elemento cruciale nel perfezionamento dei servizi di intelligenza artificiale. Più utenti utilizzano Meta AI, maggiore è la quantità di informazioni raccolte e analizzate, alimentando un ciclo di miglioramento continuo che rischia di rafforzare ulteriormente la posizione di Meta nel settore. Tale dinamica, se non adeguatamente regolamentata, potrebbe ostacolare in modo significativo la concorrenza, penalizzando sia le startup che le grandi aziende impegnate nello sviluppo di soluzioni alternative di assistenza virtuale.
Ispezioni nelle sedi italiane di Facebook
Per verificare la fondatezza di queste preoccupazioni, i funzionari dell’Antitrust hanno già effettuato una serie di ispezioni presso le sedi italiane di Facebook, con il supporto del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza. L’obiettivo di queste attività ispettive è raccogliere elementi concreti per stabilire se Meta stia effettivamente sfruttando la propria posizione di leadership nel settore della messaggistica per espandersi, in modo potenzialmente scorretto, nel mercato emergente dei servizi di intelligenza artificiale.
La posizione del Codacons
L’origine dell’indagine risale a maggio, quando il Codacons ha presentato un esposto all’Antitrust per denunciare l’introduzione di Meta AI su WhatsApp senza il preventivo consenso degli utenti. L’associazione dei consumatori ha definito la pratica “commercialmente scorretta”, sottolineando come la scelta di integrare l’assistente virtuale in modo automatico possa ledere i diritti degli utenti e alterare gli equilibri del mercato.
Il Codacons ha inoltre accolto con favore l’apertura dell’istruttoria da parte dell’Autorità, riservandosi la possibilità di intraprendere ulteriori azioni legali qualora dovessero emergere violazioni concrete della normativa vigente.