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Home / News / Privacy Sandbox: Google rilascia le nuove API

Privacy Sandbox: Google rilascia le nuove API


Google rende noto che le API di pertinenza e misurazione degli annunci del progetto Privacy Sandbox sono disponibili per tutti gli sviluppatori. Si tratta di un ulteriore passo avanti nel percorso che porterà il browser Chrome ad abbandonare completamente il supporto dei cookie di terze parti. Questo con l’obbiettivo di contrastare le attività di cross-tracking che memorizzano i comportamenti degli utenti nel passaggio da un sito Web all’altro.

Le interfacce ora utilizzabili sono 6, analizziamole di seguito nel dettaglio.

Topics

Genera dei segnali legati all’interesse degli utenti riguardo ad uno specifico argomento trattato negli annunci pubblicitari. Per il suo funzionamento non vengono sfruttati né cookie di terze parti né altri identificatori che possano tracciare individualmente gli utilizzatori nel passaggio tra siti Web.

Protected Audience

Permette di selezionare l’advertising per finalità di remarketing e specifiche tipologie di utenti. Si tratta dell’evoluzione dell’API precedentemente chiamata FLEDGE (First Locally-Executed Decision over Groups Experiment) ora ribattezzata per sottolinearne più chiaramente lo scopo.

Attribution Reporting

Consente di porre in correlazione i click o le view degli annunci pubblicitari con le conversioni generate. Può quindi rivelarsi molto utile nel caso venga utilizzata per piattaforme che commercializzano prodotti o richiedono la registrazione degli utenti ad un servizio.

Shared Storage

Permette lo storage illimitato dei dati di più siti Web. Tali informazioni diventano accessibili in lettura ma in una modalità che rispetta la privacy degli utenti.

Private Aggregation

Genera report basati su dati aggregati. Per la loro creazione vengono utilizzate le informazioni ricavate tramite Protected Audience o Shared Storage nel caso di siti Web che condividono dati tra loro.

Fenced Frames

Consente di integrare contenuti nelle pagine in modo sicuro, senza che i dati vengano condivisi tra più siti Web.

Le reazioni a Privacy Sandbox

L’introduzione di Privacy Sandbox è stata fortemente criticata da diversi analisti perché più che garantire un maggior rispetto della privacy sembrerebbe voler sostituire un sistema di tracciamento con un altro. Per il momento questa soluzione presenta il vantaggio di non analizzare le abitudini di un singolo utente, prendendo invece in considerazione la coorte di cui fa parte in base agli interessi manifestati online. È il cosiddetto approccio FLoC (Federated Learning of Cohorts) che, almeno in teoria, dovrebbe garantire un maggior anonimato in Rete.



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