Durante un’intervista con il programma “Meet the Press” della NBC, Donald Trump ha espresso un sorprendente sentimento nei confronti di TikTok, dichiarando che l’app ha un posto nel suo cuore. Nonostante ciò, l’ex presidente ha ribadito la possibilità di concedere un’ulteriore proroga al divieto di TikTok, che richiede la vendita delle operazioni statunitensi della piattaforma entro il 19 giugno.
La controversia intorno alla cessione forzata di TikTok si protrae da mesi, riflettendo un contesto di tensioni diplomatiche tra Stati Uniti e Cina. Nel 2024, il Congresso americano ha approvato una legge che obbliga ByteDance, la società madre cinese dell’app, a cedere la proprietà della piattaforma a investitori statunitensi. Questa mossa mira a scongiurare il bando completo dell’applicazione negli Stati Uniti, motivato da preoccupazioni per la sicurezza nazionale.
Un percorso segnato da continui rinvii
Il percorso verso la vendita, tuttavia, è stato segnato da continui rinvii. Dopo un primo divieto imposto a gennaio, Trump ha inizialmente concesso un’estensione di 90 giorni, seguita da una proroga di 75 giorni in aprile. Questi ritardi sono stati giustificati da fattori come le tensioni commerciali con Pechino e le “tariffe reciproche” tra i due paesi. Nonostante le scadenze, il governo cinese non ha ancora approvato la vendita, lasciando l’intera vicenda in sospeso.
Questa serie di proroghe ha generato reazioni contrastanti negli Stati Uniti. Da un lato, i legislatori più severi considerano TikTok un rischio per la sicurezza nazionale, temendo che il governo cinese possa accedere ai dati personali degli utenti americani. Dall’altro, milioni di utenti e creator vedono la piattaforma come una fonte essenziale di intrattenimento e reddito. La crescente popolarità dell’app ha reso la sua rimozione una questione complessa, intrecciando considerazioni economiche, sociali e diplomatiche.
Il futuro di TikTok resta incerto. Se ByteDance non riuscirà a trovare un acquirente entro la scadenza stabilita, è possibile che venga concessa un’ulteriore dilazione. Tuttavia, questa continua sequenza di rinvii solleva interrogativi sulla reale intenzione dell’amministrazione americana di applicare il divieto. Intanto, il settore tecnologico osserva con apprensione, consapevole delle potenziali ripercussioni che una decisione definitiva potrebbe avere sulle relazioni economiche tra Stati Uniti e Cina.